Le
storie di vita in formazione
Breve presentazione
delle «storie di vita in formazione», con l'ausilio di una
bibliografia succinta, che serva di base al progetto CRIAR e al progetto
di formazione di animatori dell’educazione popolare.
Henri Desroche, in
Entreprendre d’apprendre: d’une
autobiographie raisonnée aux projets d’une recherche-action
mostra come l’individuo è
impregnato e pregnante di un potenziale culturale e prasseologico
e può costruire un progetto a partire dalle materialità
di una esperienza vissuta mediante una lettura della bioscopia.
Cosa che Jean Vassileff corrobora in
La pédagogie du projet en formation
grazie a una ricerca su di sé, la cronologia della propria
storia, la storia dei propri genitori, i determinanti (=elementi decisivi
e fondamentali) congiunturali (dell’educazione) e strutturali
(affettivi) e il rapporto col sapere.
Gaston Pineau e Jean-Louis Le Grand in Les histoires
de vie mostrano come queste costruiscano senso e producano
la vita.
Alex Lainé scrive : Faire
de sa vie une histoire : teorie e pratiche della storia di vita in formazione
e mostra i rapporti con la psicoterapia, le scienze umane e la modernità
in quanto fatto culturale e genere letterario.
Christine Josso, in Cheminer
vers soi, scrive che il racconto di vita serve
da radicamento a qualsiasi percorso di pensiero, di formazione e di
progetto di inserimento sociale partecipando così ad instaurare
un nuovo paradigma nella costruzione delle conoscenze e un concetto
dell’educazione centrato sul riconoscimento delle nostre risorse
interiori e delle nostre potenzialità.
Pierre Dominicé nella sua opera
La storia di vita come processo di formazione
propone un metodo di ricerca e di percorso di formazione degli
adulti intitolato biografia educativa.
In Les récits de vie, Daniel
Bertaux aiuta a distinguere tra la storia vissuta da una persona
e il racconto che ne può fare e situa i racconti di vita in una
prospettiva etnosociologica.
Christine Delory-Momberger che ha scritto Histoire
de vie et recherche biographique en formation dopo
la sua opera De l’invention de soi au
projet de formation, mostra, con l’esempio, una biografia
del ricercatore e della ricerca biografica in formazione.
Tanti
autori, ricercatori, pedagoghi che ci fanno entrare, in un modo o nell’altro,
nel mondo delle «storie di vita in formazione».
Ma
quali sono gli obiettivi e le componenti in gioco di questo percorso?
Forse, per prima cosa, determinare il modo in cui ci siamo costruiti:
il processo di costituzione individuale; come gli individui diventano
individui.
E tentare di rispondere alle domande: Chi
sono io? Perché e come sono arrivato, oggi, a pormi la questione
della mia identità.
Quali sono le mie filiazioni? In chi mi riconosco? (influenze, rappresentazioni,
eroi…)?
Quali sono i miei legami storico-sociali, geografici e culturali?
Attraverso quali apprendimenti sono passato e che ne ho ricavato?
La ricerca biografica in formazione può aiutare a formulare delle
risposte ai quesiti identitari che mi pongo e questo percorso può
aiutarmi a progredire.
Sarà
la nostra capacità biografica ad entrare di nuovo in quel processo
di formazione mediante l’osservazione del nostro percorso di vita
e sarà il racconto che ne faremo che, facendosi, traccerà
il filo della nostra storia.
Sarà
la nostra capacità a stabilire legami tra le esperienze vissute,
i ricordi del passato, la forma presente della vita e il nostro proiettarci
nel futuro che parteciperanno alla nostra formazione e a costruire la
nostra propria competenza biografica, la nostra attitudine alla ricerca
biografica.
Christine
Delory-Momberger cita Paul Riceur: «Noi
non facciamo il racconto della nostra storia perché abbiamo una
storia. Noi abbiamo una storia perché facciamo la storia della
nostra vita».
Il percorso ci obbliga a stuzzicare la nostra curiosità,
operazione che trae da una semplice successione una configurazione e
che organizza gli elementi in un ordine, in una totalità intelligibile…
che dà forma al vissuto, alle esperienze.
È un’operazione discorsiva, ermeneutica in atto.. e la
narrazione è il luogo ove l’individuo umano prende forma,
dove egli sperimenta la storia della sua vita.
È il lavoro in gruppo, è il gruppo che permette la distanza
critica. E il linguaggio è il luogo in cui si fabbrica, indissociabilmente,
una storia e la trama di questa storia.
La
mia storia spiega cosa sono. Il progetto di sé permette di far
diventare realtà la favola di una storia che disegna un avvenire,
un futuro. Si è dunque proprio in una linearità improbabile
e mobile che parte da un passato ricostituito con i vuoti della memoria
e le ombre del subcosciente per arrivare ad una realtà/finzione
dell’io di oggi che scrive e racconta, fino alle sue proiezioni
(progetti) nel futuro.
Tugdual
de Cacqueray - Cultura
e Libertà Garonne - Francia