Storie di vita in formazione, storie di vita in discussione
Nicolas Fasseur - Culture et Liberté - Toulouse, 11 luglio 2008

L’obiettivo della presente comunicazione è quello di tentare di definire le storie di vita e di descriverne i metodi prendendo in esame in particolare le questioni di identità collettive, riconoscimento delle acquisizioni d’esperienza e rapporto tra territorio e mestiere. Ma che cos’è una storia di vita? Qual è la storia dell’approccio biografico? A che servono le storie di vita? Che uso se ne fa? Come scrivere le storie di vita?

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I laboratori «racconti di vita» in seno al movimento francese di educazione popolare « Cultura e Libertà – Garonna » di Tugdual de Cacqueray1 (traduzione di Fabrizio Rozzi)
1 – La corrente delle « storie di vita in formazione »
« Raccontarsi non è un fatto neutrale e ciò può diventare un potere eversivo per ciò che è scritto nei libri di storia, in particolare quando si tratti di racconti collettivi. A maggior ragione, le storie di vita collettive possono essere vissute come atti di resistenza a dominazioni culturali ed ideologiche. Così la formazione rivolta al popolo mantiene il suo ruolo importante su tali questioni dal momento che ciò che la caratterizza, sicuramente, è l’azione collettiva e la trasformazione delle rappresentazioni dell’ambiente, se essa si definisce, intanto, come lavoro della cultura in opposizione alla cultura dominante ».............
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http://www.rivista.edaforum.it/numero11/buonpratiche_deCacqueray.html

Scrivere di sé: uno sguardo sul metodo, articolo di Assunta Aiello (Aprile 2008) - Seconda Università degli Studi di Napoli - II Cattedra di Pedagogia generale
Una premessa - Lo scrivere ed il parlare dei propri ricordi, a se stessi o ad altri, rappresenta un progetto che milioni di donne e uomini, più o meno famosi, e intere comunità hanno intrapreso nel corso della loro esistenza. Ri-pensare al proprio passato, attraverso lo sguardo del presente, permette di cogliere i plurimi sensi, fino ad allora nascosti, di una storia oramai compiuta e, al contempo, rappresenta il doveroso lascito alle generazioni future.
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